IL CORAGGIO DI CONTARE? VIOLENZA ECONOMICA E DISUGUAGLIANZA DI GENERE

07/05/2025

Aperte le iscrizioni per il convegno organizzato dal Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna. Economiste, ricercatrici ed esperte dei CAV per raccontare cos’è e come si combatte la violenza economica

Più del 37% delle donne accolte dai Centri Antiviolenza del Coordinamento dell’Emilia-Romagna nel 2024 hanno subito (anche) violenza economica. 1307 donne che si sono scontrate con questa violenza subdola, che oltre a ledere l’autonomia personale rende più difficile iniziare un percorso di fuoriuscita dalla violenza. Ma il legame tra la questione economica e la violenza di genere è molto più profondo. Tutte le donne, senza eccezione, si scontrano quotidianamente con le disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro. Per capire meglio questo fenomeno ed elaborare strategie di contrasto, il Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna presenta il Convegno “Il coraggio di contare?”L’appuntamento è per venerdì 30 maggio presso la Sala Fanti dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna. Una giornata di lezioni, tavole rotonde e confronto sul tema della violenza economica e delle disuguaglianze di genere. 

Tra le relatrici sono previste esperte di rilievo nazionale e internazionale, come Linda Laura Sabbadini (Direttrice dipartimento metodi e nuove tecnologie ISTAT), Giovanna Badalassi (Ricercatrice economista LADYNOMICS) e Marcella Pirrone (Gruppo Internazionale D.i.ReDonne in rete contro la violenza ed ex presidente di Wave, rete europea dei Centri Antiviolenza), in dialogo con figure istituzionali (tra cui il Presidente della Regione Michele de Pascale) e operatrici e ricercatrici esperte dei Centri Antiviolenza del Coordinamento. 

Il convegno, che ha ottenuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna, è aperto a tutte e tutti, ma si rivolge particolarmente alle figure professionali che operano nel settore: operatrici e attiviste dei centri antiviolenza, avvocate/i, giornaliste/i, e assistenti sociali. Per iscriversi al convegno – a partecipazione gratuita – è necessario compilare il modulo disponibile a questo link. Le iscrizioni sono già aperte e continueranno fino ad esaurimento posti (180) o comunque entro e non oltre il 26 maggio. 

La giornata sarà divisa in due parti, e sarà possibile partecipare ad entrambe o a una sola delle due. La mattina, dalle 9.30 alle 13, sarà dedicata a lezioni frontali con le esperte, mentre il pomeriggio (14.30-18.00) darà spazio a una tavola rotonda e al dibattito conclusivo. 

Il programma e la lista completa delle relatrici sono ancora in fase di definizione, ma oltre alle esperte già citate (che cureranno le lezioni mattutine), hanno già confermato la loro partecipazione alla tavola rotonda: Isabella Pavolucci (Segreteria regionale CGIL E-R), Gessica Allegni (Assessora Regione Emilia Romagna), Chiara Saraceno (sociologa e filosofa), Elena Carletti (Presidente Commissione VI Parità, diritti, cultura della Regione Emilia Romagna), Cristina Carelli (Presidente di D.i.Re Donne in rete contro la violenza) e Laica Montanari (Presidente Coordinamento Centri antiviolenza Emilia Romagna).

LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE NON E’ UNA CALAMITA’ NATURALE IMPREVEDIBILE

Bologna, 2 maggio 2025

LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE NON E’ UNA CALAMITA’ NATURALE IMPREVEDIBILE

I litigi non causano i femminicidi

All’alba del 1° Maggio, ricomicia il conteggio lugubre ed inesorabile dei femminicidi e dei tentati femminicidi. In queste ore una donna ricoverata a Parma con gravissime ferite lotta per sopravvivere e non lasciare orfani quattro bambini minorenni. Il femminicida è morto in un incidente frontale mentre fuggiva dall’abitazione familiare dove aveva lasciato la moglie in un lago di sangue, senza chiedere aiuto o chiamare i soccorsi. Nell’incidente ci sono altri due feriti gravi.

I soccorsi sono stati chiamati dai figli di 6-8 anni, che erano presenti all’aggressione, e hanno chiesto aiuto usando parole semplici “la mamma sta male”. Nessun particolare di questa ennesima vicenda di violenza domestica è casuale. I bambini non hanno detto “papà ha colpito la mamma”, ma hanno usato parole che non nominano il padre, forse ad indicare che certe azioni erano abitudine e non potevano essere messe in discussione.

Accogliamo migliaia di donne all’anno che ci raccontano la spirale della violenza, e chiunque tratti di violenza o scriva di violenza DEVE  conoscerne il funzionamento: ogni aggressione è spesso preceduta da una lite, da tensioni, silenzi, svalutazioni e insulti, ma questi non sono la CAUSA dell’aggressione, ma la MODALITA’ con cui il maltrattante legittima sé stesso nell’uso della violenza fisica. 

Leggiamo in TUTTI gli articoli di cronaca “l’aggressione sembra essere stata causata da una lite” – desideriamo esprimere con forza che l’aggressione è stata causata dalla relazione di prevaricazione e violenza che l’uomo agiva sulla donna: nessun uomo uccide per una lite, ma uccide nelle fasi di “escalation” tipiche della violenza domestica.

Desideriamo infine portare l’attenzione di tutti e tutte sul COSTO in sofferenze e vite umane che la violenza maschile causa ogni giorno. In un solo giorno le azioni di un uomo hanno mandato in terapia intensiva una donna, altre due persone sono ricoverate, 4 bambini sono orfani di padre e di questi due hanno assistito ad una delle esperienze più traumatiche della vita: vedere il padre che cerca di uccidere la madre con un coltello, una delle modalità più dolorose e crudeli che vi siano per uccidere. 

Il fatto che la donna e il suo quasi-assassino fossero di nazionalità tunisina ha determinato o aumentato la probabilità di questa strage? Rispondiamo con forza di NO. 

Le statistiche sui femminicidi ci dicono che la violenza maschile è estremamente democratica e “inclusiva” – vengono ammazzate italiane, straniere, giovani, anziane – donne povere e donne ricche – l’unica cosa in comune è l’essere DONNE.

Nonostante i centri antiviolenza siano attivi in Italia dagli anni ’80, vediamo in questo periodo una regressione anche nel lessico: si torna a parlare di “liti” e “tragedie”, di “disperazione”.

L’unica vera tragedia è continuare a cercare di vuotare l’oceano della violenza maschile con cucchiaini fatti da panchine rosse e cuoricini sui social.

Referente per la stampa:

Laica Montanari Presidente del Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia Romagna