Bologna, 13 maggio
I delegati F.d.I. e Lega al Parlamento europeo si astengono in merito all’adesione dell’U.E. alla Convenzione di Istanbul.
Noi non ci stiamo.
Esigiamo il rispetto degli obblighi internazionalmente assunti dallo Stato.
Esigiamo che la politica, tutta, rispetti la decisione del Popolo italiano, che ha ratificato quella Convenzione dieci anni fa. Una chiara scelta, che i nostri delegati al Parlamento europeo non sono autorizzati a mettere in discussione.
Leggiamo riportato dalla stampa che la delegazione F.d.I. si sarebbe giustificata dicendo, tra l’altro:“.. non esiste alcuna possibilità che la Convenzione venga usata per imporre normative specifiche ai governi…”
Ci chiediamo quale consapevolezza ci sia in queste parole.
La ratifica dello Stato italiano alla Convenzione di Istanbul vincola, certamente, il Legislatore al rispetto degli obblighi internazionali assunti. Lo dice l’art 117 della Costituzione e noi rivendichiamo questo principio.
Neppure possiamo soprassedere all’insostenibilità delle censure espresse da questi signori sulla Convenzione, circa l’apertura al “Cavallo di Troia per imporre l’agenda LGBT”.
Uguaglianza e non discriminazione sono i principi sui quali si fonda la nostra Repubblica democratica e non intendiamo rinunciarvi.
Noi non ci stiamo.
Chiediamo una chiara presa di posizione della Presidente del Consiglio, a garanzia dell’intangibilità dei diritti acquisiti nel contrasto alla violenza di genere, che proprio sulla Convenzione si fondano.
Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna
Referente per la stampa:
Cristina Magnani
Presidente del Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia Romagna